IL MONDO ISLAMICO E IL CAFFE’
Come in Italia, nel Vicino Oriente un pasto non è mai concluso se non si beve il caffè. Non c’è occasione che non venga accompagnata da questa calda bevanda; in alcuni casi, come i funerali, assolutamente da bere amara murra, ma generalmente va a gusti. Ciò che la contraddistingue ad ogni modo è l’aroma del cardamomo.
Ma torniamo un po’ indietro negli anni…
Il mondo arabo, e quello islamico in generale, sono sempre stati a stretto contatto con il mondo occidentale. Se “lo zucchero”, a detta dell’antropologo Sidney Mintz, “seguì il Corano”, lo stesso lo si può dire del caffé.
La leggenda narra che a scoprire il caffè fu un pastore arabo nelle terre d’Etiopia che notò il cambiamento nelle sue capre che tendevano ad essere più agitate ogni volta che mangiavano foglie e bacche di un particolare arbusto, l’albero di caffè.
Seppur data per buona da diversi storici, resta leggenda, e le prime fonti tangibili che si rifanno chiaramente al caffè sono del IX e X secolo. Avicenna lo somministrava come medicinale e già nel 9 secolo al Razi ne indicava le proprietà benefiche.
Fu coltivato ed usato prima di tutto nello Yemen: al posto di mangiarne i chicchi, gli yemeniti seppero trarne il meglio bollendolo creando la bevanda che poi ebbe il nome Qahwa, ossia (bevanda) stimolante.
I primi ad utilizzarlo frequentemente erano i mistici Sufi che se ne servivano per restare svegli la notte per pregare e ricordare Dio. Venne poi diffuso in tutto lo Yemen e, conseguentemente, nel mondo islamico attraverso viaggiatori, pellegrini e commercianti. Arrivò alla Mecca e in Turchia attorno alla fine del XV secolo.
Sempre nel XV secolo vennero redatti i primi manoscritti islamici che trattavano il tema del caffè e ne tracciavano la storia, trattando sia il tema sociale che quello della sua diffusione nel mondo islamico. Tutte queste fonti sono state poi riportate in Europa dal XVI secolo in poi.
DAL MONDO ISLAMICO ALL’ITALIA PER POI PASSARE AL RESTO D’EUROPA
Il caffè arriva in Europa per mezzo dell’Italia. Il fiorente commercio tra Venezia e il Nord Africa, l’Egitto e l’Oriente introdusse diverse merci tra cui il caffè. Dopo aver scoperto il gusto del caffè i commercianti veneziani si convinsero del suo potenziale commerciale e iniziarono ad importarlo dal 1570. Essendo una novità e una rarità, i primi ad osare a provare questa bevanda erano persone ricche e la nobiltà.
Il primo Caffè Veneziano aprì nel 1645. Nel 1763 si contavano più di 218 rivenditori di caffè. Infine, il caffè divenne una merce di commercio tra Venezia, Amalfi, Torino, Genova, Milano, Firenze e Roma, da dove venne trasmesso verso il resto dell’Europa.
Oltre al commercio, un altro metodo di trasmissione furono le testimonianze scritte di viaggiatori e diplomatici nel mondo islamico. Un esempio fu Gian Francesco Morosini, un ambasciatore della Repubblica Veneziana presso il Sultano Ottomano nel 1582, che descrisse come in Oriente (intendendo la Turchia) si facevano affari bevendo il caffè. Un’altra fonte rivela che il padovano Prospero Alpino, un famoso botanico e medico, portò con sè diversi sacchi di caffè dall’Oriente (la maggior parte dall’Egitto) e nella sua Storia delle piante Egiziane, pubblicato a Venezia nel 1591, descrisse l’albero di caffè e i suoi frutti.
Curiosamente sembra che ci fosse stato un pò di scompiglio nell’introduzione di questa nuova bevanda. Come ogni oggetto importato dai musulmani in quel periodo storico, incontrò inizialmente un’opposizione religiosa e c’è chi addirittura chiese a Papa Clemente VIII di bandirla chiamandola la “bevanda di Satana”. Il Papa, che sapeva il fatto suo, dopo aver provato il caffè diede la sua approvazione e lo battezzò dando il suo benestare: “Questa bevanda del diavolo è deliziosa. Dovremmo imbrogliare il diavolo battezzandola”. E il resto è storia!
Fonti:
S. Mintz, Storia dello Zucchero, 1990
G.Samorini, La leggenda del pastore Kaldi
S. Zaimeche, The Coffee Trail: a Muslim Beverage exported to the West, FSTC Limited 2003
S. Zaimeche, The Coffee Route from Yemen to London 10th-17th Centuries, 2010
S. Guzman, Blessed Beans: How the Pope baptized coffee, 2014
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